Lorenzo dott. Fattori

Pagine di storia ed arte locale

Pro Loco di Candelara

 

Il 2 febbraio 2014, la Chiesa Cattolica celebra la festa liturgica della “Presentazione del Signore al tempio”, anche conosciuta con il nome di “Purificazione di Maria”. Secondo l’usanza ebraica, una donna era considerata impura per un periodo di quaranta giorni dopo il parto di un maschio e doveva presentarsi al Tempio per purificarsi; così fece Maria il 2 febbraio, appunto quaranta giorni dopo il 25 dicembre, giorno della nascita di Gesù. Fino a qualche decennio fa, in occasione del battesimo la Chiesa non ammetteva che la mamma del bambino portasse alla fonte il suo piccolo in braccio. Da qui l’usanza di presentare il nuovo nato da parte della madrina, mentre la madre doveva rimanere in fondo alla chiesa. Col passare del tempo, la celebrazione della Purificazione della Vergine aveva preso il sopravvento sulla Presentazione di Gesù al tempio, ma l’ultima riforma liturgica ha riportato in auge la festa dedicata al Suo Figlio.

Nella tradizione popolare il 2 febbraio è conosciuto anche con il nome di Candelora, poiché in questo giorno vengono benedette le candele, che divengono simbolo di Cristo “luce per illuminare le genti”, così come il bambino Gesù venne chiamato dal vecchio sacerdote Simeone al momento della Sua presentazione al Tempio di Gerusalemme. In ogni chiesa la celebrazione eucaristica è preceduta da una piccola processione, normalmente dall’ingresso della chiesa verso l’altare, che precede la Santa Messa.

La parrocchia di Candelara, prendendo spunto dalle antiche tradizioni cristiane, quest’anno propone una solenne e suggestiva processione a lume di candela che partirà alle 17.00 dalla piccola chiesa succursale di Santa Lucia verso la pieve, chiesa della comunità parrocchiale, come prescrive l’antico rito romano. Qui alle 17.30 verrà celebrata la Santa Messa domenicale propria del giorno, nella quale verrà impartito il battesimo al figlio di una giovane coppia della comunità. Al termine della cerimonia una particolare benedizione sarà impartita a tutte le mamme presenti con i loro bambini.

In processione verrà portata l’immagine della “Madonna della Candelora”, iconografia del barocco Andino, gentilmente concessa da ACCA (Associazione Culturale Creatività Artistica). Tutti i fedeli della comunità parrocchiale di Candelara e Santa Maria dell’Arzilla sono invitati a prendere parte ed a collaborare per la buona riuscita del rito liturgico.

 

La parrocchia di Santo Stefano in Candelara, in occasione della Candelora – 2 febbraio 2014 – propone una solenne e suggestiva processione a lume di candela che partirà alle 17.00 dalla piccola chiesa succursale di Santa Lucia (all’interno del castello del borgo) verso la chiesa parrocchiale, come prescrive l’antico rito romano.

In processione sarà portata l’immagine della “Madonna della Candelora”: si tratta di un’iconografia insolita per la nostra cultura ed il nostro territorio. Ma comune e molto venerata tra il popolo Andino (un’importante catena montuosa dell’America meridionale). L’utilizzo dell’immagine della “Madonna della Candelora” è stata gentilmente concessa da ACCA (Associazione Culturale Creatività Artistica) tramite la mediazione della ProLoco di Candelara; questa Associazione lombarda, tra le sue diverse iniziative, ha lo scopo di studiare il fenomeno del cosiddetto “Barocco Andino”.

La “Madonna della Candelora” è stata dipinta nella città di Cuzco (Perú) dove è tutt’oggi attiva una fiorente scuola di pittura che si dedica alla reinterpretazione delle antiche immagini devozionali senza apportare modifiche all’iconografia classica, come avviene per la riproduzione delle icone russe.

Qui il linguaggio barocco è giunto dall’Europa solo nel XVIII secolo, ha dialogato e si è mescolato con la cultura locale dando vita a questo linguaggio pittorico-iconografico tutto particolare. Un segno particolarmente interessante, che indica questo incontro culturale, è dato dalla sopra-veste indossata dalla Madonna sotto il mantello, che è formata da piume variopinte e ricorda i sontuosi abiti delle principesse Incas.

L’immagine che andrà in processione si caratterizza per la Vergine vestita in abiti sontuosi (com’è tradizione in questa popolazione) con bordature in oro, ricchi ed elaborati pizzi e, soprattutto, per l’uso di tessuti cangianti che riproducono immagini floreali con chiari rimandi simbolici; inoltre porta preziosi monili ed è incoronata. In braccio tiene il piccolo Gesù, anch’esso in abiti regali, che nella mano sinistra stringe una candela accesa, simbolo dell’offerta da fare al tempio. Infatti, non dobbiamo dimenticare che liturgicamente il 2 febbraio è la festa della Purificazione di Maria: secondo l’usanza ebraica, la donna nei quaranta giorni successivi al parto del figlio maschio non poteva recarsi al Tempio; solo dopo questo periodo veniva reinserita nella comunità ed in questa stessa occasione il neonato era presentato al Tempio. Anche la Sacra Famiglia, in rispetto ed ubbidienza alle prescrizioni ebraiche, trascorso detto periodo si presentò al Tempio di Gerusalemme, accolta dal vecchio sacerdote Simeone, per la purificazione di Maria ed offrire il primogenito a Dio. San Giuseppe porta “in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge”.

Nell’immagine, la Vergine stringe una candela accesa che ricorda l’episodio evangelico descritto da Luca: infatti, il vecchio Simeone, dopo aver riconosciuto nel piccolo bambino Gesù il Salvatore, afferma: “i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele”; un simbolo, quello della candela, che è specifico del nostro battesimo cristiano.

Concludendo, questa processione in occasione della Candelora ci ricorda il nostro battesimo; ogni fedele accenderà la candela benedetta dal sacerdote dalla “luce di Gerusalemme”; ogni partecipante sarà invitato a rivivere le promesse fatte dai nostri genitori e madrina o padrino in quel giorno che si viene alla vita cristiana per essere prima illuminati da Cristo e poi per riflettere la luce della fede sui nostri fratelli.

 

Lorenzo Fattori

 


 

 

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